Diario di Bordo
Navigatrice di mare, di terra -e di internet-, raccontaci i tuoi viaggi reali o virtuali.
Stiamo ad ascoltarti.
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Scritto da Wendy
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domenica 21 gennaio 2007 |
Amici vicini e lontani... ricordate? Era un annunciatore radiofonico, in questo momento mi sfugge il nome, qualcuno lo sa? Il suo "incipit" era sempre questo "amici vicini e lontani".
Mi vien voglia di riprenderlo, è un richiamo, un po' un S.O.S., un messaggio dentro una bottiglia buttata in mare, che le onde prima o poi portano su qualche spiaggia lontana, chissà dove.
Forse potreste dubitare, ma vi assicuro che io l'ho recuperata, una volta, una bottiglia con un contenuto misterioso.
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Scritto da Wendy
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lunedì 15 gennaio 2007 |
Che spasso, quella volta che ho dovuto fare una iniezione al cuoco, italiano, di morfina, per dolori atroci causati da calcoli renali.
Eravamo in mezzo all'Atlantico e, se si voleva mangiare, bisognava mettere in piedi il cuoco.
Ho specificato "italiano" perchè di italiani eravamo solo in tre a bordo della nave, battente bandiera algerina: il cuoco, appunto, il comandante ed io, sua moglie, unica donna su venticinque uomini dell'equipaggio, formato da marinai ed ufficiali di varie nazionalità.
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Scritto da Maria Luisa
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lunedì 08 gennaio 2007 |
Ho viaggiato poco, nella mia vita. Molte volte con la fantasia...
Ho visto il sole tramontare davanti a Gibilterra, a Puerto Banus.
Ed ho pensato all'Ulisse di Joyce...("sì è stata una delle poche cose giuste che ha detto in vita sua e il sole splende per te oggi sì perciò mi piacque sì perchè vidi che capiva o almeno sentiva cos'è-....- e il sereno che faceva il suo giro con la lampada e oh quel pauroso torrente laggiù in fondo oh e il mare il mare qualche volta cremisi come il fuoco e gli splendidi tramonti e i fichi nei giardini dell' Alameda sì e tutte quelle stradine curiose e le case rosa azzurre e gialle e i roseti e i gelsomini e i gerani e i cactus e Gibilterra da ragazza dov'ero un Fior di montagna sì quando mi misi la rosa nei capelli come facevano le ragazze andaluse o ne porterò una rossa sì e come mi baciò sotto il muro moresco e io pensavo be' lui ne vale un altro e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora sì e allora mi chiese se io volevo sì dire sì mio fior di montana e per prima cosa gli misi le braccia intorno sì e me lo tirai addosso in modo che mi potesse il petto tutto profumato sì e il suo cuore batteva come impazzito e sì dissi voglio sì." Estratto dall' Ulisse di Joyce, è parte di un monologo fatto da una donna lungo ottanta pagine, dove non c'è un punto nè una virgola. Perchè la donna rompe la norma.)
Ho
respirato la nebbia impalpabile di Londra, che mi ha ridato la pace
interiore...
Ho visto il colore che tinge verso sera Parigi, come se si guardasse la città -e la vita- con lenti rosa...
Ho passato molte estati in Toscana ed in Provenza...
Dico spesso che quando, e se, diventerò vecchia, mi trasferirò forse in una di queste due località...Tuttavia, poichè scegliere è difficile, girasoli e lavanda, girasoli e tombe etrusche -e mare-, penso che rimarrò ancorata qui.
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